Architetture giapponesi
by Ars City
Guardando le terribili immagini di questi giorni sul disastro che è avvenuto in Giappone, non ho potuto evitare di fare alcune considerazioni riguardanti gli edifici giapponesi e di rimando le architetture italiane, in particolari quelle presenti sul territorio della città dell’Aquila. Due terremoti assolutamente diversi, per intensità ed epicentro con danni conseguenti imparagonabili, due territori diversi con una differente storia e una diversa morfologia, ma accomunati entrambi da una stessa cosa: la consapevolezza di trovarsi in posizioni soggette a terremoti. Certo in Giappone i terremoti sono molto più frequenti, lo dimostra il fatto che i giapponesi sono molto più organizzati per situazioni di questo tipo, svolgono periodicamente esercitazioni, sono addestrati per ogni eventualità e la dimestichezza che hanno con le scosse sismiche è tale per cui spesso non escono nemmeno dagli edifici quando queste si fanno sentire, riprendendo subito dopo le loro attività quotidiane. In Italia per fortuna non c’è questa periodicità degli eventi sismici, ma questo non giustifica la nostra totale impreparazione ad affrontare eventi straordinari, siano essi terremoti o incendi, le esercitazioni per le evacuazioni infatti sono pratiche piuttosto recenti per noi e si svolgono spesso non con la dovuta serietà e competenza. Quello su cui però riflettevo è la serietà, l’onestà e soprattutto professionalità dei costruttori , architetti e ingegneri che lavorano in Giappone, guadando le foto della situazione delle città dopo il terremoto e sapendo del grado di intensità del sisma, sono rimasta infatti sorpresa nel non vedere situazioni apocalittiche di distruzione come edifici completamente crollati e case distrutte. La scene tragiche purtroppo ci sono, ma riguardano gli effetti dovuti allo tsunami e al crollo delle dighe non alle scosse di terremoto in sé. Da noi invece, all’Aquila le case sono crollate per un terremoto infinitamente meno forte di quello giapponese, e va bene che loro sono più esperti e più preparati da noi, ma l’Aquila è zona sismica, i terremoti di quell’intensità sono previsti, devono essere previsti e non cadere tutto per questo. I palazzi antichi sono giustificabili, ma i crolli di case nuove come la famosa casa dello Studente sono scandalosi, e questo perché qui si cerca sempre di fare le cose al risparmio, di “fregare” il prossimo, di guadagnare di più, perché non ci sono controlli seri. Questo succede perché si investe poco nella formazione dei professionisti, perché si progetta male e ci si ritrova poi sempre quando è troppo tardi a piangere e a cercare qualche colpevole.
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