Edit Napoli: la seconda edizione
by Arscity
Design d’autore: la fiera Edit Napoli
Dal 16 al 18 ottobre si è svolta a Napoli la seconda edizione di Edit: fiera dedicata al design d’autore, ideata da Domitilla Dardi, curatrice e storica del design, ed Emilia Petruccelli, buyer e imprenditrice.
Dopo il debutto del 2019, Edit Napoli ha deciso coraggiosamente e immagino con grandi sforzi, di non rimandare questo appuntamento nonostante la situazione attuale che tutti noi ben conosciamo, riuscendo a riunire 70 espositori presso le sale del Complesso di San Domenico Maggiore, nel cuore della città.
Una selezione molto curata di artisti e artigiani, produzioni di qualità, attente sia al concept, sia alla varie fasi di produzioni, senza dimenticare mai le esigenze del mercato contemporaneo.
Una fiera di design, nessun tema principale, nessun argomento comune da approfondire: quello che accomuna tutti le realtà presenti è il tema del design editoriale e d’autore, estetica e ricerca che si incontrano, per fornire soluzioni sempre nuove e sorprendenti.
Edit Cult al Teatro San Carlo
La fiera di design Edit Napoli, organizzata in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, interessava diversi punti della città:
oltre infatti alla sede principale presso il Complesso di San Domenico Maggiore, una selezione legata al design internazionale era ospitata in uno dei luoghi più famosi della città, il Teatro San Carlo.
Nel meraviglioso scenario del Teatro è stata allestita la mostra della collezione Metamorfosi di Martino Gamper realizzata per Moroso e le lampade Madre e Filo di Andrea Anastasio per Foscarini.
Il Progetto Metamorfosi, nasce per celebrare il 60° anniversario dell’azienda Moroso: in questa occasione il designer Martino Gamper ha destrutturato alcuni prodotti icona del catalogo dell’azienda e li ha uniti, per dar vita ad una nuova serie di mash-up di design.
Il designer Andra Anastasio ha presentato invece due creazioni luminose realizzate per Foscarini: Madre e Filo:
“Madre è il punto di arrivo di una riflessione sulla luce: il suo ruolo e la sua essenza. La forma allude ai fianchi ampi delle dee madri, le divinità che proteggevano la fertilità della terra. Ma anche al vaso come contenitore di vita, perché esso nasce per accogliere il cibo prima che i fiori”.
Una lampada da tavolo che si ispira alle forme generose e accoglienti delle dee madri, le divinità che proteggevano la fertilità della terra.
Ma c’è anche un esplicito riferimento al profilo di un vaso, che originariamente era un contenitore di vita.
Una lampada quindi che è anche un vaso, ma allo stesso tempo un oggetto d’arredo: un complemento multifunzionale, poetico e suggestivo.
Filo è una lampada molto particolare, essenziale, quasi destrutturata: nasce dal desiderio di evidenziare le singole parti che compongono una lampada, sorgente luminosa, decorazione e cavo elettrico.
Ogni elemento è importante per il funzionamento della lampada, ma è allo stesso tempo elemento di decorazione, un modo nuovo per mettere in relazione forma e funzione, estetica e funzionalità.
Un lungo cavo elettrico colorato, diventa una sorta di collana, impreziosita da elementi in vetro illuminati dal diffusore a forma di cono in porcellana.
La Ceramic Tower al Museo Filangieri
Dal Teatro San Carlo ci spostiamo all’interno del Museo Filangieri di Napoli, per la precisione nella Sala Agata, dove in occasione di Edit Napoli, è stata installata una torre alta cinque metri, ideata dal designer Jaime Hayon per l’azienda Bosa.
La Ceramic Tower è l’inedita installazione site-specific che è stata realizzata per celebrare il sodalizio artistico tra il designer spagnolo e l’azienda italiana: una torre alta cinque metri, piena di oggetti simbolici e colorati in ceramica, i prodotti iconici che sono stati progettati nel corso degli anni.
Baile Collection, TheatreHayon, T-Table, Atomo, MaskHayon, Hope Bird: oggetti e personaggi che con le loro decorazioni e i loro colori, hanno animato la sala del Museo, e unito il passato e il presente del mondo dell’arte e del design.
Tre progetti esposti nel Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore
Nell’elegante stand ospitato nella Sala del Refettorio, la designer biellese Margherita Fanti ha presentato due novità: una inedita versione colorful delle sue Architetture Domestiche e l’anteprima della linea Ginger.
Si tratta di due specchiere, una consolle, un coffee table e un tappeto: una collezione ispirata al fascino retrò degli anni Trenta, un sentore di classicità, ma infinitamente più contemporanea, ricca di seduzione e di originalità.
Geometrie alternate, dove linee rette e forme tondeggianti si intersecano insieme a segmenti semplici e più rigorosi, materiali differenti tra loro come il legno e l’ottone: tutti si combina in maniera armonica ed elegante.
In Occasione di Edit Napoli, ha presentato Architetture Domestiche in una inedita palette: vasi, portaoggetti e porta incensi che richiamano, con le loro arcate, le forme pure dei monumenti delle Piazze italiane dei dipinti di De Chirico.
Ceramiche smaltate realizzate con tre cotture, ricche di luminosità, dalle tonalità più clas- siche della madreperla pastello fino ai colori più audaci, irrididescenti, contemporanei.
Luisa Longo ha presentato in anteprima a Edit, Lightscape la collezione di arazzi e pannelli dipinti e ricamati su tessuto, realizzati a mano, opere che sposano in pieno la combinazione di design contemporaneo e artigianalità d’eccellenza.
L’arazzo è un oggetto antichissimo, un complemento d’arredo utilizzato già nell’antico Egitto: viene oggi rivisitato in chiave contemporanea, tenendo conto non solo delle nostre nuove esigenze e del nostro modo di vivere, ma anche dello stile e dei gusti moderni.
I materiali utilizzati sono le fibre leggere e trasparenti del taffetà, i colori sono vibranti, ricchi di sfumature iridescenti, lontani da ogni modello classico, e le decorazioni riprendono pattern astratti: un insieme che crea modelli unici, dal mood fresco e contemporaneo.
Dal disegno al cucito, dalla pittura al ricamo, l’intera filiera di produzione dei pannelli è rigorosamente handmade, ogni pezzo è unico e tuttavia viene creato a partire da una matrice che garantisce la possibilità della produzione di una piccola serie di pezzi in tempi brevi.
[Gli arazzi sono perfetti per decorare le pareti di casa: trovate qui una serie di esempi]
I due designer Alessandro Poli e Francesca De Giorgi di Servomuto, hanno portato a Edit Napoli, la collezione Haute Couture, presentata alla Paris Design Week 2020.
Si tratta di un progetto che “invita a scoprire il savoir-faire antico nella manifattura dei paralumi, approdando ad una versione contemporanea e sartoriale della lampada in tessuto”.
Si tratta di lampade molto particolari: oggetti eleganti e finemente lavorati, che partendo da una base in legno di frassino, si trasformano in paralumi che con la loro trama esagonale, ricordano leggiadre gonne da donna.
[Se volete scoprire altri modelli di lampade di design, guardate: Le migliori lampade premiate]
Appuntamento al prossimo anno, con la terza edizione di Edit Napoli.
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